Scuola: Christian Raimo, le occupazioni preludono a un nuovo movimento politico studentesco 

"La situazione è pacifica. Pandemia e lockdown hanno educato i ragazzi a un grande senso di responsabilità", spiega il docente e assessore alla cultura del III municipio

“La situazione è pacifica. Pandemia e lockdown hanno educato i ragazzi a un grande senso di responsabilità. Già da qualche anno, con la questione ambientale, con l’antirazzismo e con una forte leadership femminile nelle scuole, si è tornati a vedere un nuovo movimento politico studentesco”. Sulle dilaganti occupazioni studentesche romane, ‘La Repubblica’ intervista Christian Raimo, acuto polemista, scrittore, è anche docente e assessore alla cultura del III municipio.

Oggi per cosa protestano i ragazzi? 

“C’è grande consapevolezza di una crisi globale, i giovani stanno facendo proprie delle battaglie planetarie. E soprattutto c’è la politicizzazione di un disagio generazionale. La scuola deve cambiare. Deve diventare più inclusiva, contrastando dispersione e discriminazioni. Dopo la pandemia ci sono bambini di II, III, IV elementare che non sanno leggere. Succede soprattutto nelle famiglie non italofone”.

Il “Piano Estate” del Miur non ha aiutato? 

“È stato un grande flop. Miliardi investiti. Ma chi e che il 30 luglio, con 40 gradi, si mette a fare corsi di fisica? 1 ragazzi hanno carenze sene, chi può si paga migliaia di euro di ripetizioni, ma chi non può? I recuperi andrebbero internalizzati”.

La preside del Nomentano occupato, Giulia Orsini, da oggi riapre scuola virtualmente: dad per tutti e chi non si collega è assente. Che ne pensa?

“Ci ho parlato, l’ho trovata spiazzata dalla situazione. Oltre a uno spaesamento per la politica c’è anche la sorpresa di un’idea di comunità educante in cui gli studenti prendono la parola.

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