Il progetto ‘Onco Hair’ arriva nella Capitale dopo essere stato testato a Milano su 25 pazienti selezionate da un’equipe di oncologi e psicologi del Policlinico del capoluogo lombardo.
Il dispositivo medico al centro dell’incontro, avvenuto lo scorso 6 luglio nel foyer del Teatro Eliseo, è molto di più di una tradizionale parrucca: si tratta di una protesi del capillizio altamente personalizzata, un unicum mondiale realizzato all’interno dei laboratori CRLAB di Zola Predosa (Bologna), creato utilizzando capelli umani, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto. Chi lo indossa può condurre una vita assolutamente normale, perché la protesi diventa parte integrante del corpo.
“Questo tipo di presidio medico – spiega Claudia Buccellati, presidente dell’Associazione per il Policlinico Onlus – ha un costo elevato, che non è alla portata di tutti. Noi vogliamo offrire a quante più persone possibili, la possibilità di combattere il tumore con i migliori mezzi a disposizione”.
Poter contare sul proprio aspetto in un momento difficile della propria vita è molto importante, l’autostima può avere un ruolo decisivo nell’affrontare nella battaglia quotidiana al tumore. Lo ha sottolineato anche Andrea Delogu, conduttrice e scrittrice, tra i sostenitori del progetto.
All’evento romano ha partecipato anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, che ha dichiarato: “Onco Hair è un progetto importante perché è dalla parte delle donne, persone che devono affrontare una malattia spesso pesante
dal punto di vista psicologico. Va nella giusta direzione, per questo voglio ringraziare l’Associazione Policlinico Onlus, la Fondazione Cariplo e CRLAB, le tre realtà che promuovono l’iniziativa’’.
La ministra Gelmini si è augurata che questa iniziativa possa estendersi anche alle altre regioni. ‘’Ne parlerò al ministro Speranza – ha promesso – dobbiamo provarci. Veniamo da un anno in cui la pandemia ha drenato molte risorse umane ed economiche, ma non dobbiamo trascurare le altre malattie. E’ giusto puntare il focus sulle esigenze di molte pazienti, supportando tutto ciò che può alleviare le loro sofferenze e le difficoltà del loro percorso di cura”.