Corsie preferenziali per i professori negli hub vaccinali: è l’indicazione alle Regioni del Commissario all’emergenza Covid Francesco Figliuolo, che ha aperto il fronte della scuola nella campagna per immunizzare gli italiani. In una lettera ai governatori il generale esorta a incentivare alla vaccinazione gli oltre 215 mila docenti e componenti del personale scolastico (più quello universitario) che non hanno ancora ricevuto neppure una dose. Settembre con la riapertura non è così lontano e il rischio è di farsi trovare impreparati a fronte dell’incognita varianti.
Se in Italia gli immunizzati totali sono oltre il 40% degli over 12 – più di 21,7 milioni di persone – e le dosi somministrate oltre 55 milioni, Figliuolo ricorda che l’85% del personale scolastico ha avuto la prima dose, con un incremento dello 0,5% rispetto a due settimane fa. Per rendere però “più omogenee” le percentuali nelle singole regioni, considerando che diverse “rimangono ben al di sotto dell’80% di prime somministrazioni”, il Commissario chiede “di attuare in maniera ancor più proattiva il metodo di raggiungimento attivo del personale che non ha ancora aderito alla campagna vaccinale, coinvolgendo anche i medici Competenti per sensibilizzare la comunità scolastica in maniera ancor più capillare”.
In realtà, secondo altre fonti, ci sono Regioni che superano il 90% e almeno 5 invece sotto il 60%. Tra quelle sotto l’80% – sono 8-9, ha detto ieri il generale – c’è la Sicilia, il cui presidente Nello Musumeci afferma “abbiamo il 79% di popolazione scolastica fra docenti e discenti che ha già ricevuto almeno la prima dose”. Secondo l’assessorato alla Sanità della Sardegna invece, il 78,9% del personale scolastico è stato vaccinato. Per la Regione sarebbe quindi sottostimato il dato dell’ultimo report nazionale che pone l”isola attorno al 66,7%. Intanto sulla vaccinazione di professori e studenti prende posizione il sindacato dei presidi DirigentiScuola, che domani sarà in sit-in sotto il ministero dell’Istruzione a scuola per dire no alle classi pollaio e alla Dad.
“Proporrei l’obbligatorietà per quegli insegnanti che non si sono ancora immunizzati, come per i medici – dice il presidente del sindacato Attilio Fratta -. Se una persona costituisce un pericolo sociale deve essere allontanata. Stesso discorso vale per gli studenti: i vaccini salvano le vite, di tutti. Quindi bene all’immunizzazione per la fascia che va dai 12 ai 16 anni”. “In Italia, per quello che mi riguarda, non esiste alcun obbligo vaccinale, compresi gli studenti – commenta il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso -. Per i minori di 12 anni non esiste alcun vaccino che sia certo. Comunque auspichiamo che i lavoratori della scuola, quel 15% che ancora non l’ha fatto, si possa vaccinare per evitare proprio le chiusure”.
Per i minori di 12 anni, anzi per i bambini sotto i 6 anni, arriva un emendamento al decreto sostegni bis approvato in Commissione Bilancio alla Camera che esclude l’obbligo di sottoporsi al tampone per motivi di viaggio. I bambini non devono essere sottoposti a quarantena o autoisolamento per spostamenti nell’Unione europea se la misura non tocca i genitori, vaccinati o guariti. Tra le categorie bisognose di sostegni c’è quella dei locali da ballo, ancora in attesa di una data per la riapertura. Domani in Consiglio dei ministri, annuncia il leader Matteo Salvini, la Lega tornerà a chiedere la riapertura delle discoteche. E anche a quel fine i vaccini, il green pass e i tamponi saranno determinanti. E domani i gestori delle discoteche scendono in piazza a Roma per chiedere al governo di “poter finalmente tornare a lavorare dopo 17 mesi di stop”. (di Luca Laviola per Ansa)