Quello della violenza di genere "è un fenomeno endemico" ma "i picchi sono d’estate e durante le feste, anche natalizie", ha spiegato la volontaria Diana Di Lollo del Centro Donna Lisa
Più tempo a casa con gli uffici chiusi e le vacanze trascorse in famiglia. A Roma è l’estate il periodo dell’anno, insieme a quello invernale, in cui si registra il maggior numero di chiamate ai centri antiviolenza (Cav). In particolare, sono luglio, settembre e novembre i mesi che nel 2022 hanno registrato il picco di contatti – rispettivamente 296, 308 e 335 – su un totale di 3.214 chiamate. Aumento registrato anche nel numero di donne prese in carico dai Centri: 122 a luglio su una media mensile di 98.
Quello della violenza di genere “è un fenomeno endemico” ma “i picchi sono d’estate e durante le feste, anche natalizie”, ha spiegato, interpellata dall’agenzia Nova, la volontaria Diana Di Lollo del Centro Donna Lisa, struttura antiviolenza gestita dall’associazione Donne In Genere. “L’estate è uno dei momenti più a rischio e con meno protezioni: molti centri antiviolenza sono chiusi e molti avvocati in ferie. Le vacanze – ha aggiunto -, sono infatti uno dei momenti più problematici: le donne stanno più tempo a casa e si trovano a convivere per più ore con la persona violenta”.
Le pagine della cronaca di Roma dell’ultima settimana raccontano di un 41enne arrestato ad Ardea per maltrattamenti e violenze sessuali ai danni dell’ex fidanzata. In manette anche un 59enne di Ostia che picchiava l’ex compagna. Dall’inizio del 2023, invece, i nomi delle donne morte per mano di ex fidanzati, colleghi o amici, sono quelli di Martina Scialdone, Pierpaola Romano, e Michelle Causo. “Le donne che subiscono violenza e che arrivano nei nostri Centri sono una minoranza – ha proseguito Di Lollo -. Le poche che si rivolgono a noi, inoltre, spesso non riescono ad avere soluzioni pratiche. Il momento dopo la denuncia è quello più pericoloso e so per esperienza che trovare un posto letto a Roma è difficile. Dopo essersi rivolte ai centri antiviolenza le donne hanno bisogno di una casa e di lavoro”.
Roma conta 14 centri antiviolenza, tre Case Rifugio e cinque Case di Semiautonomia. A Roma “stiamo continuando ad aprire centri antiviolenza, uno in ogni Municipio, gli ultimi due sono stati inaugurati due mesi fa e altre aperture sono previste in autunno”, ha sottolineato l’assessora alle Pari Opportunità di Roma, Monica Lucarelli. “Sicuramente ne servono di più. Il problema dei posti letto c’è e su questo stiamo lavorando. Il mio impegno – ha proseguito – è chiedere ancora più fondi nel prossimo bilancio perché se non mettiamo più soldi i dati migliorano, ma non alla velocità necessaria”. Parallelamente, però, “è necessario lavorare sull’educazione all’affettività e al rispetto dell’altro fin da bambini. Su questo dobbiamo agire: su una reale parità di genere e su un cambiamento culturale. Sicuramente – ha concluso – la violenza sulle donne non può diventare campo di battaglia politica, deve essere un impegno bipartisan di tutti, con l’obiettivo di contribuire insieme al superamento di quella che è, a tutti gli effetti, un’emergenza sociale”.