Sarà anche un polo sanitario di eccellenza ma l'ordine, la prevenzione anti Covid e l'organizzazione sono sconosciuti
Il Campus Biomedico di Trigoria stamattina, maltempo a parte, sembrava un girone dantesco. Auto parcheggiate a centinaia di metri dall’ingresso e ammucchiate ai lati della strada. Lunga e lenta fila di macchine per chi arriva all’ingresso principale ampio e luminoso ma con un solo addetto alla reception. Fila. Nessuno che ti prenda la temperatura. Quindi entra chi e come vuole. Pochissime indicazioni e scritte in caratteri microscopici.
Al piano -1 c’è l’accettazione, enorme ma, non tutti gli sportelli funzionano. Sedute, in piedi, addossate ai muri e in piena crisi di scoramento ci sono decine e decine e decine di persone. Qui il concetto di distanziamento è una nozione estranea e contraria. Prendiamo il numerino d’obbligo e scopriamo di avere più di cento persone davanti!
Alla fine entriamo in un ambulatorio qualunque e chiediamo aiuto. Ci mandano in un’altra accettazione, molto più piccola ma ugualmente soffocante. Cappotti, borse e sciarpe ammucchiate, in ordine sparso su un’unica sedia. Il mix del virus è garantito. E nemmeno qui in un’area così ristretta viene misurata la temperatura…poi è la volta della sala d’attesa e infine dell’ambulatorio di competenza.
Abbiamo circa 2 ore di ritardo ma, per la struttura dev’essere la norma, perché nessuno batte ciglio.
Consiglio da amici: se dovete fare una visita/esame al Campus partite con ore di anticipo, portatevi il gel disinfettante e magari anche i guanti di plastica.