Le anime nere ci sono sempre state e ci saranno sempre, così come è quasi inevitabile per moltissimi giovani di oggi e di ieri attraversare un momento di totale dolore, di confusione e di rifiuto del mondo in cui vivono. Quando le anime nere incontrano quelle addolorate è una deflagrazione potentissima e dai risvolti imprevedibili.
Così questo suicidio “forzato” di Perugia ha talmente tanti lati oscuri da lasciare tutti confusi. La famiglia di Andrea Prospero avanza seri dubbi sulla volontà suicidaria del figlio mentre ognuno di noi si chiede quali universi infernali si nascondano fra le pieghe di certe chat che si reggono sul filo della challenge estrema.
Naturalmente gli opinionisti si scagliano contro le famiglie, immature, incapaci di percepire i problemi dei figli e maldestre nel dialogare con loro. Nel caso del suicidio di Andrea, va detto, che i genitori vivono in Abruzzo e lui e la sorella sono a Perugia per frequentare l’università. 422 km che si possono percorrere in pochi minuti, a cadenza regolare, via telefono, ma che sono troppi per guardarsi negli occhi e intravedere un po’ di verità. E difatti nessuno sa e immagina nulla ne’ dei suoi dolori ne’ della sua vita che, ad un certo punto, diventa alternativa e inimmaginabile e adeguata solo ad un mondo di nemici sconosciuti e crudeli che non hanno ne’ tempo ne’ voglia di aiutarlo, anzi.
E da questo momento in poi l’Andrea che tutti descrivono come: buono, timido, un po’ introverso, coscienzioso e senza grilli per la testa si lega mani piedi e anima a dei coetanei scafati e tossicodipendenti. A loro si racconta così com’è e quel malessere che lo avvolge invece di dipanarsi gli si aggroviglia addosso fino a diventare sempre più pesante. Insostenibile. Intanto, i nemici senza volto, lo introducono in un giro (e poi sapremo quale) che gli permette di prendere in affitto un b&b, 5 cellulari, 46 sim e forse quel computer che servirà per le istruzioni finali perchè riesca a suicidarsi.
Il nemico più nemico di tutti ha la sua età, un passato brutto, disturbato dalle droghe e dalla costante necessità di essere controllato a vista. Uno come tanti, un maranza capitolino che per sentirsi potente e rispettabile ti morde ai polpacci e non ti molla fino a quando non hai eseguito tutti i suoi ordini e tiri l’ultimo fiato che ti resta.
Tu, fragile Andrea sei morto, ammazzato dai fili di una rete di cui non hai saputo valutare la pericolosità, l’anima nera che ti ha istigato a morire è nella sua cameretta in totale isolamento, ma per quanto possiamo immaginare ben poca pena sarà chiamato a pagare.
Andrea quel b&b, di cui nessuno sapeva niente, l’hai preso per poter stare da solo con i tuoi demoni e per poterti far uccidere in totale abbandono?