E siamo ancora qui a parlarne un’altra volta. Il problema delle concessioni balneari sembra, allo stato di fatto, irrisolvibile. Il governo prende tempo per mappare tutte le spiagge e i lidi italiani che, indubbiamente, sono tante ma la UE nicchia alla proposta e a questa tanto attesa decisione seguirà, poi, quella fondamentale del confronto con le regioni che, a loro volta dovranno sentire i comuni e le associazioni di categoria…quindi una catena di s. antonio di quelle pesanti.
Vi diciamo subito che parlare con qualunque associazione di balneari è quasi impossibile perchè, la patata bollente viene palleggiata da un ufficio all’altro e scotta davvero tanto. Non parliamo poi degli uffici demaniali posti in ogni singolo municipio dove, addirittura, la parola d’ordine è: acqua in bocca. Così chi ne scrive ma anche e soprattutto chi deve organizzare l’estate non sa dove sbattere la testa.
Per carità non tutta Italia sta combinata così male ma, l’aver demandato le scelte ai singoli comuni non è stata assolutamente una buona scelta. Da questa insana decisione hanno preso forma tutte le beghe di campanile cosa che, soprattutto, nei piccoli comuni ha generato lo stop delle attività con gravi conseguenze per la messa in sicurezza dei bagni bloccati, scientemente, su ogni fronte. E allora via alle diffide e ai ricorsi al Tar che rischiano di far precipitare la situazione prima e durante l’estate e che causeranno tanti mal di pancia alle amministrazione comunali e a cascata anche al governo.
Quindi vacanze in forse? Per chi sceglie il mare nostrano come meta, ad oggi l’ipotesi non è così peregrina e temiamo che molte seconde case rischieranno di restare chiuse. A questo punto potrebbero alzare la testa e la voce i residenti stagionali e fissi senza contare il commercio locale che, magari, tira la cinghia tutto l’anno in attesa dell’arrivo dei “villeggianti”.
Dato che l’Italia vive soprattutto di turismo perchè mai penalizzare con tanta poca sensatezza uno dei punti di maggior attrazione del nostro Paese?
E’ vero che parte del Governo, sotto la spinta di Matteo Salvini sceglie una linea di compromesso, rimettendo al loro posto i vecchi gestori e rimandando al prossimo anno gare ed appalti come previsto dalla UE.
Per quanto riguarda il mare di Roma il problema è ancora più complesso viste le condizioni insostenibili dei litorali distrutti e spazzati dalle ripetute mareggiate e dalla sconsiderata inazione per metterli in sicurezza.
Queste sopra sono solamente considerazioni generali, informazioni più dettagliate ve le comunicheremo dopo il nostro incontro con il dott. Marco Maurelli presidente di Federbalneari Lazio