Con il Covid che continua a colpire Draghi cerca di proteggere l'Italia con una blindatura a sorpresa ma questa manovra mette a rischio il turismo
Grande allarme e preoccupazione colpiscono il cuore del settore turistico in Italia.
La scelta del governo di operare una stretta sui movimenti vacanzieri durante queste feste è stata una mazzata tanto inattesa quanto penalizzante per il mondo del turismo nazionale.
Forse quello degli spostamenti e delle “ferie” è il settore più ferito dalla stretta che si chiama, ancora una volta, Covid.
Le disdette arrivano in massa e possiamo calcolare che ad oggi siano circa 3 mln.
Da un lato il Presidente Draghi opta per severe misure tentando di mantenere il virus Omicron il più lontano possibile dall’Italia, dall’altro la tanto sospirata ripartenza ci scivola come sabbia fra le dita.
La Fipe calcola che nel periodo preso in esame i ristoranti vedranno un calo di presenze di circa 500 mila coperti. Mentre il Presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli dichiara: “con la stretta turismo a picco” e prevede la chiusura del 50% degli hotel per Natale.
Se fino al ponte dell’Immacolata il feeling vacanziero era positivo, con le città d’arte e la montagna in piena ripresa, la diffusione del Covid e la presa di posizione del Presidente del Consiglio hanno generato un “effetto freezer” su milioni di persone.
Se a questo aggiungiamo le parole degli esperti che insistono sulla prudenza, sull’uso delle mascherine e sui distanziamenti l’entusiasmo per possibili viaggi si affloscia di botto e l’esperienza del lockdown torna viva e presente.
Molti hanno anche cambiato meta scegliendone, come quest’estate, una più vicina a casa, meno dispendiosa e con meno rischi.
Oltre alle disdette però si profila anche una caduta delle prenotazioni che, sull’onda favorevole dell’ultimo periodo, erano date per quasi sicure.
Ma non sono solo le strutture ricettive a soffrire di queste “Draghi’s restrictons”, piangono molti commercianti che soffrono anche delle iniquità con cui è penalizzato il centro storico della Capitale.
Forse il decreto del governo che impone il tampone per l’entrata in Italia avrebbe avuto bisogno di maggior tempo per essere comunicato, chiarito, digerito e, chissà mai, arginato.
Questa presa di posizione così improvvisa è stata criticata anche dagli altri paesi UE dato che non è stata discussa e approvata dal Consiglio Europeo e che in certo senso alimenta discriminazioni e fratture.
Italia isolata? Forse così può apparire ma pensiamo ai nostri ospedali nuovamente in affanno e alla curva della mortalità che sale di giorno in giorno.