Non c’è dubbio che questo G 20 (30 e 31 ottobre), che riunisce le principali economie del mondo, sia un evento che porta luccichio e “ossigeno” e alle strutture dell’ospitalità romane.
Difatti si parla di alberghi stracolmi (4.000 camere occupate) e ristoranti al collasso e laNuvola di Fuksas sembra quasi ottenere la sua giusta consacrazione
Ma al di là dello “stato di assedio” in cui è ridotta la Capitale quel che lascia maggiormente perplessi è che dopo più di vent’anni dal suo debutto, venga mantenuta ancora la stessa modalità di svolgimento:
arrivo di folte delegazioni al seguito dei Leader, accompagnati in alcuni casi anche dalle mogli, mobilitazione delle forze dell’ordine in terra e in cielo e zone rosse che transennano la Città
Un ennesimo grandioso consesso internazionale che si trasforma in una gigantesca passerella di eminenze sempre sorridenti nelle foto di gruppo, e bene o male pronte ad apporre la firma di rito su un documento pressoché già preparato, in precedenza, dagli apparati diplomatici.
Non mancano dichiarazioni e conferenze stampa di circostanza sui temi arcinoti del momento; dal clima, all’ambiente con conseguente decarbonizzazione e alla salute.
Nemmeno l’esperienza della pandemia, che per un periodo ha costretto i vertici del mondo a parlarsi e vedersi a distanza usando le ormai quotidiane tecnologie, ha suggerito un cambio di passo, una minore esigenza del classico summit “in presenza”.
Certo guardarsi negli occhi, faccia a faccia, è importante per stabilire empatia, credibilità e fiducia, soprattutto fra coloro che svolgono l’impegnativo compito di rappresentare i popoli. Forse quando si dice che la politica si fa nei corridoi e a quattr’occhi è un supporto a queste criticabilissime “transumanze”.
Ma forse oggi la formula del summit, con tante divergenze di fondo fra molte nazioni in un mondo economico sempre più stretto e continenti lasciati ai margini, come l’Africa, è decisamente superata o comunque poco in grado di dare un contributo a livello globale ai problemi che per ciascun Paese diventano sempre più gravi.
E il colpo di grazia al grande sonno dell’occidente l’ha dato la sveglissima Cina, col suo Leader Xi jinping che partecipa in collegamento video, dimostrando, al di là degli auguri di rito per un grande successo del vertice, di tenere in seria considerazione sia le svolte tecnologiche con collegamenti transoceanici sia la cassa della sua nazione che, dopo la botta dell’immobiliare Evergrande, preferisce lasciare le proprie delegazioni a casa.
(foto Ansa)