Esercitando il suo ruolo, il Premier può far superare la frattura fra Lega e 5 Stelle
Se è vero che nella notte il Premier Conte ha minacciato le sue dimissioni, anche se poi smentite da palazzo Chigi, allora è vero che il presidente del Consiglio sta cercando di recuperare un ruolo di leadership finora esercitato in maniera piuttosto discreta. E, alla vigilia di un Consiglio dei Ministri che potrebbe essere drammatico, a Conte può spettare il compito, peraltro assegnatogli istituzionalmente, di trovare una sintesi efficace fra i due opposti schieramenti. Se Di Maio e Salvini litigano sui dettagli del condono, Conte può metterli d’accordo. Se ci sono delle ‘manine’ colpevoli è Conte che può stanarle ed eventualmente metterle di fronte alle loro responsabilità.
I giorni scorsi hanno registrato un’accelerazione che ha portato a un vero punto di svolta: i partner di governo per la prima volta si sono trovati in grande dissonanza: un programma politico condiviso, si osserva, è una cosa. Un contratto invece è ben altro e può portare a una convivenza forzata da ‘separati in casa’.
Con lo spread che schizza a livelli mai raggiunti negli ultimi anni, mettendo a rischio i risparmi delle famiglie, è Conte che può capire allora come fronteggiare la speculazione che, da sempre, approfitta di ogni situazione di incertezza politica. Se il blocco leghista e quello pentastellato parlano due lingue differenti, è Conte che può cercare un terreno comune. Già oggi i due leader hanno lanciato messaggi in qualche modo tranquillizzanti. Di Maio è sicuro che non si farà “cadere il governo sul condono a chi fa riciclaggio di denaro o autoriciclaggio”, mentre Salvini ha detto che “dopo le nuvole torna sempre il sereno”, aggiungendo “Oggi sono in Trentino ma domani volo a Roma per risolvere i problemi. Basta litigi”.
Ma, come spesso capita, c’è bisogno di un mediatore, anzi, di qualcosa di più. Di qualcuno che prenda in mano la situazione. Se il governo vuole arrivare almeno fino alle elezioni europee, c’è assoluta necessità di una sterzata e Conte può, a questo punto, dimostrare di avere il volante del governo ben stretto nelle sue mani.