Le buche a Roma sono in crescita incontrollata

Diciamolo: le buche su strade e marciapiedi a Roma sembrano moltiplicarsi senza sosta e lì sono e lì restano, sintomo di una incapacità gestionale e operativa che sta trasformando la Capitale in una barzelletta

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Fa sorridere l’incipit di un articolo su Affari Italiani del giugno ’24 che con enfasi grida al miracolo compiuto dal sindaco Gualtieri che, come promesso, ha sanato, tutto d’un botto, le migliaia di buche stradali della Capitale. A questo proposito vorremmo chiedere al collega se è mai stato a Roma, se a piedi si è fatto le vie del Tridentino con le rispettive piazze.

Non scherziamo qui la situazione è disastrosa; fra incuria, appalti a sciagurati cialtroni, asfalti troppo sottili, caditoie otturate e sanpietrini posati alla brutta in strade che non possono sopportare il peso del traffico pesante la Città sta sprofondando sotto i nostri piedi o sotto le nostre ruote come è successo ieri (4 febbraio ’25) a Monterotondo dove un autobus Cotral carico di ragazzi delle scuole è stato inghiottito da una voragine apertasi sul momento.

Roberto Gualtieri, sindaco e commissario straordinario, da sotto l’elmetto giallo regolamentare, conferma che il suo obiettivo è quello di rifare tutte le strade entro il 2026; così con questa enunciazione lo slancio politico/operativo è salvo.

E l’inqualificabile stato dei manti stradali e dei marciapiedi provoca vittime quotidiane, più o meno gravi, che in molti casi si rifanno sul comune. Romatoday, ad esempio, parlava di quarantamila richieste di risarcimento in cinque anni presentate per incidenti causati dal pessimo stato delle strade, noi pensiamo che siano stati esaminati i soli casi di mezzi motorizzati, ma per quanto riguarda i pedoni non si hanno notizie. Già, perchè il pedone sprofondato nella buca il più delle volte maledice l’amara sorte, segue l’iter ospedaliero, acquista presidi e farmaci prescritti poi dolorante e moscio se ne torna a casa dove, in silenzio, cova rabbia e delusione. Lo dico con cognizione di causa perchè proprio l’altro giorno sono precipitata con grande dolore e spiacevoli conseguenze in un cratere sotto casa: tutore, stampelle, niente appoggio del piede e semi-immobilità per, almeno 3 settimane. Con chi me la prendo? Con tutti e con nessuno perchè, temo che oltre al danno sarei beffata da un iter burocratico estenuante.

Faccio una proposta operativa che spero qualcuno prenda in seria considerazione: cari municipi fate uno piccolo sforzo e incaricate quegli onnipresenti gruppetti di volontari delle forze dell’ordine che, nel caso del centro storico, lemme lemme percorrono, senza sosta, via del Babuino, di annotare su un  quadernetto le situazioni critiche e pericolose; se poi, raschiando il fondo del barile, saltassero fuori 2 lire potreste persino dotarli di fotocamera per meglio documentare le varie insidie.

Mi pare di ricordare che la base del volontariato racchiuda un concetto di aiuto e solidarietà; anche a Roma è così o no?

E chiudiamola qui ricordando ai concittadini che il Comune si è inventato, non tanto tempo fa, la task force conta-buche con una spesa, si mormora, di circa 10 milioni di euro. Operatività e risultati della suddetta task force sono a noi sconosciuti.

 

 

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