Archiviato l’allarme Covid i mezzi di comunicazione la buttano sull’ansia del troppo caldo che avvolge la penisola, sulle allerte meteo e sui rincari dissennati che rendono le vacanze degli italiani vere e proprie illusioni.
In tutta onestà, si sono raggiunti picchi di temperature davvero dure da reggere ma siamo in estate e forse non ricordiamo più cos’è stata la calura del 2022 e il record toccato nel 2012 con ben 8 onde di calore.
I toni volutamente apocalittici non fanno altro che alimentare l’affanno e il timore che ormai la terra abbia raggiunto un punto di non ritorno per l’umanità e tutti gli habitat che la circondano.
Nasce il fenomeno dell’ecoansia che i gretini si guardano bene dal commentare visto che, proprio loro, l’hanno tenuto a battesimo. Ora come ora gli stessi paiono dissolti nell’evidente indifferenza tipica delle vacanze. La «chiacchiera sul caldo» l’ha definita Giuliano Ferrara sul Foglio. Certo, non è solo una chiacchera ma ha aggiunto caldo al caldo stremandoci e il sentirne continuamente parlare ha fatto salire il nostro termometro personale ben oltre la realtà.
Parliamo piuttosto della spiaggia pugliese a 1000Euro al giorno o del taglio a metà di un toast messo in conto a 2Euro, senza dimenticare il costo dei biglietti aerei che algoritmi si o no sono inavvicinabili.
Le istituzioni e non solo devono ragionare seriamente su quel 30% di italiani che deve rinunciare alle vacanze perchè la nostra penisola si è messa in testa di diventare meta eccelsa solo per vip e stranieri.
I pernottamenti in Italia hanno avuto i maggiori rincari di tutta Europa (+12,3%).
Così nell’8° mese dell’anno, quello da sempre consacrato alla vacanza, la Città Eterna vede calare il numero degli stranieri e la penisola tutta assiste ad una brusca diminuzione dei villeggianti nostrani stoppati in casa dal timore della catastrofe climatica, dal caro benzina e dall’impennata, spesso ingiustificata, di tutti i costi.
Aggiungiamo anche che lo smart working e il continuo contatto con aziende sempre meno propense a lunghe chiusure, frammenta le giornate e impedisce che il commovente termine di “villeggiatura” possa essere tramandato ad altre generazioni.
Con questo andazzo le spiagge di un altrove, relativamente vicino e decisamente low cost, come Albania, Turchia, Tunisia si sostituiranno ai lidi che ci sono abituali.
Come dicevamo anche a Roma le cose non vanno benissimo e se luglio ci ha portato mezzo mondo, questa continua focalizzazione sul clima, tutto il malandare nella gestione della Capitale, i cumuli di spazzatura, i topi anche in centro, i bagni nelle fontane, i pochi controlli, i taxi inesistenti hanno portato ad una drastica riduzione dei turisti nella Roma agostana. Gli albergatori che inneggiavano al tutto esaurito, oggi si vedono costretti a ridurre di un bel 25% le loro tariffe a tutto vantaggio di soggiorni mordi e fuggi e dell’estesa e incontrollata rete dei b&b. Le belle vacanze stanno diventando solo un ricordo.
“Bella Italia, amate sponde…” Vincenzo Monti, da Inno per la battaglia di Marengo