Sembra quasi una presa in giro la ridicola apertura da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di Turchia, di un’inchiesta nei confronti della Ferrero per stabilire la sussistenza di un abuso di posizione dominante sul mercato turco delle nocciole.
Secondo le stime della Fao la Turchia detiene una quota di due terzi della produzione mondiale di nocciole.
L’azienda italiana è da sempre tra i principali acquirenti della materia prima proveniente dalla Turchia e queste importazioni massicce sono da sempre la prima fonte della non soddisfacente quotazione del prodotto italiano.
Lo vogliamo evidenziare per l’ennesima volta che la qualità della merce turca è di molto inferiore a quella italiana come inferiori sono i controlli sui prodotti del disciplinare per un sano e corretto uso della coltivazione.
Insomma la Ferrero con i suoi acquisti extra nazionali fa un grande danno al mercato italiano spingendolo sempre più verso il basso senza contare, quindi, che è sempre lei, volenti o nolenti, a stabilire il prezzo di acquisto.
Per quanto riguarda il grande bacino di produzione che è il Viterbese, non una ma mille voci sussurrano che dietro ai grossi nomi che “ammassano” il prodotto ci sia sempre una notevole partecipazione dell’azienda piemontese.
Dopo l’annata disperata del 2021 e la grande “asciutta” di quest’anno tutti i coltivatori speravano, in parte, di rifarsi. Ma così non sembra essere perchè le quotazioni restano abbastanza basse.
Va da sè che come sempre le associazioni di categoria non fanno un bel niente per imporsi e contrastare questo strapotere di Ferrero e mai si impegnano per difendere gli agricoltori e i loro guadagni.
Sopravvive solamente chi può contare su grosse estensioni di terreno e i furbi che vendono direttamente alla Ferrero.
I piccoli lentamente mollano e i terreni sono alla mercè degli investitori.
Ma se la Turchia si sente talmente forte da aprire un’inchiesta su Ferrero sarebbe logico che gli italiani iniziassero una seria guerra alla Ferrero e ai suoi prodotti.