La campagna olivicola 2023/24 si prospetta difficile per l’Italia e per molte altre regioni mediterranee.
Il calo della produzione, sempre in Italia è del -27%, e in Spagna del -56%. Le cause sono soprattutto da attribuire al clima, dato che le forti piogge proprio in concomitanza con la fioritura hanno impedito l’allegagione. Questo perchè, e in parole povere, i frequenti acquazzoni hanno lavato e portato a terra tutto il polline necessario. Poi il grande caldo che ha ridotto le colture in saune micidiali.
Questa situazione, però, non riguarda solamente l’Italia ma, come dicevamo, tutta l’area del Mediterraneo. La Spagna è sempre stata la nazione con la maggior produzione olivicola e di conseguenza di olio d’oliva e ha sempre avuto grandissime scorte sulle quali poter contare, ma ora anche quelle sono arrivate a zero. Questo comporta un nettissimo aumento del prezzo dell’olio extra vergine che potrebbe salire anche oltre il 37% e che, quindi, non tutti i carrelli della spesa si potranno permettere.
Ecco allora fiorire tutta una serie di proposte di condimenti che, oltre ad avere poco o niente a che vedere con la molitura delle olive, sono dannosi, negativi dal punto di vista alimentare e diseducativi del gusto dei veri sapori naturali. Si susseguono, così, i sequestri di grandi lotti di bottiglie dal dubbio contenuto e destinate alla vendita.
Anni fa erano state date dal ministero delle linee guida per le composizioni degli olii e per l’etichettatura delle confezioni ma, a ben guardare queste indicazioni, troppo spesso, sono seguite in modo completamente inadeguato o fraudolento. Ad oggi possiamo, di persona constare quanti prodotti inappropriati invadono gli scaffali dei supermercati, travestiti con ingannevoli richiami all’olio extra vergine di oliva e alle olive. Assistiamo al moltiplicarsi di condimenti ottenuti da mix di oli vari come: olio di semi di girasole, olio di oliva (in minima percentuale), olio di semi di mais, aroma alle erbe mediterranee e dove il verde tipico dell’olio evo è dato dalla macinatura di una grande quantità di foglie. Pensiamo poi all’olio lampante che nonostante provenga dalle olive ha un tale livello di acidità da essere intollerabile al gusto e comunque non commestibile ma che, adeguatamente trattato e miscelato finisce per essere venduto, comperato e usato.
Non possiamo prevedere come andrà la stagione futura ma, se sul meteo non possiamo intervenire in alcun modo, gli agricoltori piccoli e grandi devono sicuramente ripensare alla gestione dei loro uliveti e devono avere mano più libera sui trattamenti necessari. Senza arrivare a prodotti estremi che nessun vuole e accetta si deve tener conto della comparsa di nuovi nemici delle olive: dalla classica mosca ai diversi tipi di cimice.
Quindi si chiede al Ministro Lollobrigida di confrontarsi con le varie organizzazioni di categoria, con i fitopatologi e di intervenire drasticamente sulle adulterazioni, le ingannevoli etichettature e i micidiali falsi condimenti.
E’ poi incomprensibile come una delle produzioni d’eccellenza dell’Italia sia tenuta in così poco conto dal Governo e dalle associazioni stesse che dovrebbero, a nostro avviso, difendere e sostenere gli agricoltori del settore e chiedere, per questa tragica annata, dei sussidi.
O il governo si decide a proteggere e a riconoscere come fondamentale l’agricoltura e altri settori legati al suolo o gli operatori dei settori dovranno scendere in guerra e si arriverà alla desertificazione dell’Italia. Questo si vuole?