Protezione delle nostre coste, la lezione della Romania

Il governo italiano trova una scappatoia per la questione dei balneari ma, si disinteressa totalmente della salvaguardia delle coste e delle spiagge mettendo a rischio la risorsa turismo. Un viaggio sul Mar Nero ci apre gli occhi sull'impegno che altri governi, economicamente inferiori, rivolgono al territorio e alle attività turistiche

Anche se tra mille obiezioni e scontenti il Governo ha, finalmente, preso una decisione rattoppata e senza futuro sulla vexata quaestio dei balneari. Un tira e molla tra l’Italia e la UE che ha lasciato, col fiato sospeso, operatori del sistema e vacanzieri. Per il momento si procede sulla via “un colpo al cerchio e uno alla botte” che delude sempre tutti.

Purtroppo, però, Palazzo Chigi pago di aver tacitato temporaneamente una categoria in fermento, dimentica l’elemento chiave della faccenda: l’assoluto degrado e abbandono dei nostri litorali. Mentre ai balneari si impone la buona tenuta e la miglioria delle spiagge, nessuno degli enti preposti muove un dito per proteggere e salvaguardare quegli stessi lidi. Vale la pena di ricordare che, secondo studi tecnici, gli arenili del litorale laziale negli ultimi 10 anni si è ritirata dell’80%.

Tutti noi ci ricordiamo le immagini della distruzione che ha colpito Ostia con le mareggiate di novembre 23 e febbraio 24. Quella del 22 novembre è stata una delle più violente degli ultimi 100 anni ma l’innegabile devastazione non ha spinto chi di dovere a prenderne nemmeno atto.

Il mare di Roma non fa più sconti al territorio, da troppo tempo abbandonato dalle istituzioni.

Un breve soggiorno a Costinesti (Romania) sul mar Nero è stato come prendere un violento schiaffo al nostro orgoglio e alla cura che viene dimostrata ai nostri lidi.

Le coste rumene lungo il mar Nero sono di circa 254 km, coste affascinanti, per lo più sabbiose e poco frequentate, paesini di pescatori che si alternano a città dedicate al puro turismo e divertificio. Tutto sommato un luogo ancora da scoprire e dove già migliaia di italiani corrono per avviare le più diverse attività. Anche questo mare soffre per incredibili mareggiate e tempeste di vento che distruggono e mangiano le spiagge.

Ma il governo di quel paese ancora molto povero (lo stipendio medio è di circa 650euro) ha subito intuito la potenzialità turistica dei suoi litorali e si è impegnato per difenderli in ogni modo.

Così oggi sul lungomare è un continuo via vai di grossi mezzi che h24 trasportano e ammucchiano blocchi di cemento e pietre gigantesche che serviranno, entro il 2025, per costruire dighe foranee e sbarramenti contro la furia del mare.

Raccontiamo questo perchè nasce inevitabilmente un confronto con l’assoluto e reiterato nulla che viene fatto per le nostre coste.

Il governo di Bucarest ha appaltato queste ingenti opere direttamente a ditte olandesi specializzate e questo per non cadere nella trappola di subappalti e favoritismi ad amici degli amici. Inderogabili i termini di consegna.

Mentre il degrado del nostro paese avanza libero e indisturbato, un grande faro di lungimiranza e decisionismo ci colpisce in pieno rimarcando, ancora una volta quanto siamo imprevidenti e pigri e incapaci di gestire le nostre risorse.

Perchè senza spiaggia non c’è ombrellone, non c’è vacanza e anche gli spazi tanto difesi e voluti dai balneari non saranno più sufficienti a giustificare loro ulteriori investimenti

foto: Anna Ricca

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