Quest’estate così calda che ne parla anche la radio ha toccato punti mai così tanto degni di chiacchiericcio generale: dall’overturism, alle temperature elevatissime dei nostri mari, dallo sdrabordio dei b&b, al calo dei vacanzieri nazionali. Sarà stato anche un ferragosto da record ma, in effetti fra onda e onda vincono idiomi per lo più sconosciuti mentre gli accenti di casa nostra sono rimasti lontani da qui.
Ma alla fine di questo nuovo gioco di società la casella che ha vinto è stata quella della cafonaggine zotica e ignorante.
Sono ricomparsi improvvisamente i classici di anni passati che pensavamo, fortunatamente, morti e sepolti fra le avvisaglie del nostro vagheggiato arricchimento. Le signore sfoggiano, tutte, con soddisfazione evidente la stessa identica borsa con frangette e con improbabile logo ammiccante a un’isola delle Antille, le più ancorate al cittadinismo modaiolo non mollano la pochette con disegnini e logo francese, che fa tanto: è appena passato il vù cumpra di turno. I maschi arrivano sotto l’ombrellone già iperabbronzati e supertatuati e indossano, ahimè ahimè, il mini slip che rimarca tutto quel che c’è.
Il peggio però salta fuori nel momento di andare a tavola dove pare entrare in vigore l’ora dello svacco totale: cozze e scampi mangiati con le mani, tovaglioli sconosciuti e bicchieri che, dopo l’uso, devono essere lavati con l’idropulitrice.
Ma la gravità della situazione tocca l’apice quando pensa di essere non vista: le scarpe/ciabatte conoscono un autunno collettivo e volano via mettendo in evidenza, assolutamente sgraditi agli altri commensali, i piedi in tutte le loro forme e dinamiche.
Vi affidiamo, sull’argomento, una deprecabile carrellata di mala educacion
