Alla fine e nonostante tutto gli ombrelloni anche quest’estate si sono aperti. Si sono aperti contro il vento ostile che spira dalla UE, dall’opprimente Bolkestein e, soprattutto dall’inerzia del Governo che si lascia scorrere addosso il problema e chiude gli occhi pensando che così la questione non sia mai esistita. Ma, eccome se esiste tanto che i balneari annunciano che potrebbero chiudere gli ombrelloni se il governo, prima della pausa estiva, non approverà una legge sulle concessioni. Una serrata difficile a realizzarsi, così, a metà stagione e con gli abbonamenti già pagati ma sufficientemente catastrofica da imporsi all’attenzione URGENTE del presidente del consiglio e Palazzo Chigi.
L’iniziativa di protesta, scrive Mondo Balneare, è stata annunciata da Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe-Confcommercio, a seguito dell’assemblea nazionale straordinaria convocata dall’associazione per fare il punto della situazione. “La perdurante inerzia del governo e del parlamento sta creando un caos amministrativo in danno degli imprenditori balneari e del paese. Il rischio è quello di distruggere un comparto formato da 30.000 aziende e 100.000 addetti diretti, che attira sulle nostre spiagge milioni di turisti, italiani e stranieri». Prosegue Capacchione: «Abbiamo invocato inutilmente da mesi questo provvedimento, insieme alle altre associazioni di categoria, ai Comuni e alle Regioni di ogni orientamento politico…”.
Ed ecco che, ciliegina sul gelato, i militanti di Mare Libero si sentono autorizzati a partire e giusto il 14 luglio (tanto per andare sul sicuro) hanno organizzato la “presa della battigia” al grido di “spiagge e mare sono di tutti” e via ad occupare il Twiga di Briatore (tanto per andare sul sicuro).
Se le spiagge sono di tutti ci spiega il presidente Roberto Biagini chi poi la sera pulirà il monnezzaio che fatalmente resterà a terra, o chi spianerà l’arenile dopo la mareggiata, o chi darà una mano salvifica al bagnante in difficoltà? Se davvero vogliono che le spiagge siano di tutti, andrà a finire che non saranno di nessuno e quindi nessuno se ne prenderà mai più cura. Di conseguenza, col cavolo, che villeggianti e turisti affolleranno le nostre “chiare fresche et dolci acque”.
Dell’inazione dei governanti ce ne stiamo accorgendo amaramente noi romani ributtati indietro dalle nostre spiagge devastate da mareggiate mai ostacolate dalle già approvate e mai realizzate dighe foranee e se ne accorge il popolo della notte a cui viene negato ogni divertimento perchè, ad oggi, a Ostia mancano ancora le giuste autorizzazioni e senza di quelle la movida non può partire.
Quindi a: mare, spiagge e vita notturna pare che molti romani ci debbano fare una croce sopra che, badate bene, è la stessa che il Campidoglio ci chiede in tempo di elezioni.
Direi che è finito il tempo della creduloneria dei romani e che visto come vanno le cose deve finire anche il susseguirsi degli annunci trionfali mai realizzati. Come i cestini getta rifiuti…