Quel telefono che suona, quel citofono che vibra, quell’anziano che risponde è solo la scena di apertura dell’infinita truffa che giorno dopo giorno sconvolge e dissangua i nostri vecchi. I dati del 2023 parlano di 2 mila vittime solo nella Capitale, ma è un dato parziale perchè pochi denunciano, vuoi per pudore vuoi per la vergogna di essere giudicati sprovveduti e rimbambiti.
In Italia circa 2.5 milioni di persone oltre il 75 anni vivono da sole, alcune pienamente lucide ed autosufficienti altre, più in là con l’età e con i malanni, deboli sia fisicamente che emotivamente.
Questi dati fotografano una realtà in piena emergenza sociale ed umana da cui attingono liberamente tutte le più malvage trappole criminali.
Seguiamo per un attimo le righe di Massimo Gramellini sul Corriere della Sera (Il Caffè del 24.04.24) che ricalcano quanto avvenuto a Roma ad una anziana affetta da Alzheimer e depredata del suo onore e del suo patrimonio da tale Emanuele Donato Pirro, criminale incallito e solito farsi dei selfie dopo aver compiute le maligne imprese. Gramellini ci riferisce che forse, grazie a delle telecamere, la carriera del delinquente Pirro è giunta allo stop. Ma ci lascia perplessi una cosa: il pezzo sul Corriere è composto da 37 righe di cui 27 dedicate alla truffa e solo 10 dedicate a considerazioni minime sulla situazione della vecchiaia in solitudine. E’ su questo modo, quasi univoco, di leggere la gravità della situazione che forse scivoliamo. Fa più notizia il ladro che non la vittima…
Pare che ora e dopo migliaia di casi di truffa, nella legge qualcosa si muova e preannunci i 6 anni di carcere per i delinquenti. Ma, come facciamo a crederci, ditemi voi? quando i killer stradali sono tutti fuori e gli altri quasi altrettanto. Tirate le somme: i nostri vecchi sono abbandonati dalle famiglie e dalle istituzioni e i malviventi sono, per lo più, impuniti.
L’Italia è un paese di vecchi e nello stesso tempo è un paese che non sa tutelare i suoi vecchi e non trova un modo corretto e solidale per tenerli collegati alla realtà quotidiana. Le famiglie sempre più spesso sono lontane, per lavoro, disinteresse o cattiva educazione all’empatia e al rispetto, le RSA hanno prezzi proibitivi e ripetutamente viste come l’anticamera dell’abbandono, l’ausilio di badanti inaccessibile ai più e spesso rifiutato dagli stessi anziani che passano, così, le giornate nella solitudine più nera con un conseguente scollamento dalla socialità e dalla realtà. Nei loro appartamenti c’è quasi sempre la tv accesa ma, non ci sono programmi pensati per loro quel tanto che basta per tenerli informati e allegri; storie e film coinvolgenti che li riportino anche agli anni passati con linguaggi e volti conosciuti, musiche e parole capaci di farli canticchiare e ricordare. Non c’è niente per loro. Loro che magari pagano anche il canone, che hanno lavorato e passato la/le guerre, che vivono con pensioni da fame (se ce l’hanno), loro che nemmeno il parroco va più a trovarli.
Ma è evidente: su questi milioni di over non è più il caso di investire perchè è chiaro come il sole che non sono più in grado di produrre nè ricchezza nè lavoro.
Le istituzioni No Profit non sono più sufficienti per coprire un terreno di bisogni così vasto e ramificato, sia nelle città che nelle piccole realtà urbane.
Pensino, urgentemente, le istituzioni ad una sorta di “protezione nazionale” per questa parte di Italia da troppo tempo dimenticata