The Mule – Il Corriere, recensione e foto dell’ultimo film di Eastwood

Clint Eastwood è tornato e lo dimostra il bellissimo The Mule – Il Corriere al cinema dal 7 febbraio. Il grande “vecchio” del cinema americano è tornato con un ruolo ad hoc per lui e per il suo cinema quello di Earl Stone, un vecchio commerciante di fiori che si ritrova a dover ripartire da […]

The Mule - Il Corriere è il nuovo film di Clint Eastwood © Claire Fogler

Clint Eastwood è tornato e lo dimostra il bellissimo The Mule – Il Corriere al cinema dal 7 febbraio. Il grande “vecchio” del cinema americano è tornato con un ruolo ad hoc per lui e per il suo cinema quello di Earl Stone, un vecchio commerciante di fiori che si ritrova a dover ripartire da zero quando ha più di 80 anni.

Ispirata a un articolo apparso sul NY Times Magazine, The Sinaloa Cartel’s 90-Years-Old Mule, e alla storia di Leo Sharp corriere per il più importante e sanguinoso cartello della droga, The Mule – Il Corriere racconta la storia del burbero Earl Stone che si ritrova ad attraversare le autostrade degli USA lavorando come corriere della droga. Ha quasi 80 anni, non dà nell’occhio e ben presto Tata diventa il miglior corriere del cartello e la sua attività attira l’attenzione della DEA e del suo efficiente agente Colin Bates. 

Clint Eastwood torna davanti e dietro la telecamera dopo Gran Torino e ci regala un film bellissimo con un personaggio principale che è un uomo che ha perso gli anni migliori della sua vita lavorando e non dedicandosi a una famiglia che oggi non gli rivolge la parola. Quando le uniche cose che possiede, l’orto e la sua casa, gli vengono pignorate decide di rischiare il tutto per tutto. 

Un attempato signore di quasi 90 anni non dà nell’occhio ed è anche per questo motivo che Eastwood è perfetto nel ruolo di Tata Earl Stone:

“Ho vissuto una vita, quindi in un certo senso ho potuto capirlo. La sua passione per i fiori era insolita per me, ma l’ho paragonata a quella di mio nonno per il suo allevamento di polli, e in un certo qual modo mi sono ispirato a lui nel ritratto di Earl, anche fisicamente, incluso il suo modo di camminare di anziana”.

The Mule – Il Corriere riprende anche alcuni delle caratteristiche del cinema di Eastwood il rimorso, l’inevitabilità della morte e il perdono. Earl si sente a proprio agio solo quando guida il suo pick up e non si sente a proprio agio in nessun altro luogo, specialmente nella sua famiglia. Ironicamente la figlia che ha un rapporto durissimo con il padre è interpretata dalla figlia del regista Alison ed è questo che fa acquisire una dimensione diversa al personaggio di Eastwood. 

Un uomo che paga ancora oggi per gli errori che ha commesso in passato, un uomo che non ha più niente da perdere. I chilometri che percorre con il suo pick up lo fanno riflettere sui suoi errori, ma senza autocommiserarsi. Il veterano della guerra di Corea è il tipico uomo anziano che odia la tecnologia e che chiama lesbiche e persone di colore con insulti che sono oggi banditi. 

Dopo aver dedicato la sua vita all’effimera bellezza dei fiori, Earl non ha più tempo da perdere e con le tasche piene di dollari vorrebbe comprare solo questo: più ore da passare con chi lo ha amato nonostante tutto. 

 

Burbero, appesantito dall’età – forse solo per esigenze di copione – Eastwood si è ritagliato uno dei ruoli migliori di una carriera lunga 63 anni e curiosamente ricorda in alcune scene il ladro gentiluomo con cui Robert Redford, un altro grande del cinema americano, ha terminato la sua carriera. Un vecchio uomo sul suo pick up e un vecchio uomo e la sua pistola, The Mule – Il Corriere diventa così un inno a una Hollywood che non esiste più.

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